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Nel quadro di una trattativa complessa e delicata che trae origine da un fatto a dir poco epocale, l’espulsione della produzione dal corpo di IBM, il Coordinamento Nazionale R.S.U. IBM Italia S.p.A. e le Organizzazione Sindacali hanno tentato, con insistenza, di acquisire alcuni risultati importanti:
Ovviamente permangono alcune altre questioni che, pure importanti, possono essere definite di contorno ed affrontabili in una fase tecnica, ad esempio, quella relativa alla definizione puntuale di tutti gli istituti normativi e retributivi da trasferire in Celestica.
Ieri, 6 marzo 2000, la trattativa si è arenata contro alcuni scogli che il Coordinamento e le OO.SS. continuano a ritenere aggirabili.
Flessibilità
Celestica sembra voler fondare le sue possibilità di successo sulla disponibilità, da acquisire una volta per tutte per almeno 3 o 5 anni, di occupazione precaria.
Almeno 1000 lavoratori a tempo determinato, oltre a tutti gli altri atipici quali ad esempio CFL e apprendisti, sono, secondo Celestica, la condizione del suo successo.
Il Coordinamento e le OO.SS., che già nel passato hanno affrontato e risolto complesse trattative sulla presenza negli stabilimenti di personale precario, hanno fatto notare che:
Garanzie occupazionali
Come già detto, oltre alla garanzia che non vengano avviate nei prossimi 5 anni procedure unilaterali di licenziamento collettivo, mobilità e/o cassa integrazione e sul mantenimento dei due siti produttivi, occorre acquisire un impegno sostanziale a non avviare ulteriori cessioni di ramo.
Se è pur vero che, così facendo, Celestica non avrà la piena disponibilità di un bene economico acquisito ( stabilimenti, produzione e maestranze ), è altrettanto vero che, una piena libertà di vendere pezzi di azienda, può portare allo svuotamento complessivo delle fabbriche con la conseguente possibile futura scomparsa della produzione in Italia.
Occorre sottolineare che, anche per quanto riguarda il no-manufacturing, il problema di possibile future cessioni di ramo d’azienda è un dato di particolare preoccupazione: anche IBM può essere " polverizzata " in tante piccole o grandi ragioni sociali distinte.
Conclusioni
La trattativa si è arenata su due questioni di peso specifico rilevante.
Celestica rigetta la possibilità di riprodurre per un anno e mezzo lo schema dell’accordo del Giugno ’99 sui temporanei e lo fa in modo strisciante.
Infatti pretende un numero abnorme di temporanei, circa 1.000, negli stabilimenti per almeno tre anni e rifiuta, quindi, una dialettica sindacale sulla composizione qualitativa e sul rapporto tra occupazione stabile, precaria e missioni produttive.
Celestica non accetta un limite alla sua libertà d’impresa per quanto riguarda possibili ulteriori cessioni di ramo d’azienda.
Il sospetto che ciò nasconda la volontà aziendale di un progetto "spezzatino" nei due stabilimenti è legittimo:
In questa situazione e a queste condizioni la trattativa non ha potuto e non potrà proseguire.
Il Coordinamento e le OO.SS. auspicano un ripensamento da parte delle direzioni IBM e Celestica e si dichiarano pronte, fin da subito, a riprendere la trattativa per affrontare e sciogliere i nodi rimasti irrisolti.
Segrate 7 marzo 2000
Coord.to Nazionale RSU IBM
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