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Il nostro Amministratore Delegato spiega tramite un articolo del Corriere della Sera del 9 giugno che i ricercatori italiani sono molto bravi e costano meno. E tesse le lodi dei nostri laboratori di Bari e Roma, così come dei centri di Napoli, Cagliari e Catania.
Ottimo. Esiste però qualche piccola contraddizione fra ciò che viene detto pubblicamente, e le azioni concrete che ne seguono....
Dalle parole di Pontremoli, infatti, non si capisce perchè IBM negli ultimi anni abbia chiuso tutti i centri di formazione (Novedrate, Rivoltella, ecc.), sedi regionali come Ancona e Verona, e giorno dopo giorno ridimensioni la produzione in Italia.
Inoltre, la mancanza di un effettivo potere contrattuale del management italiano fa sì che sia sempre a rischio la sopravvivenza del Laboratorio di Sviluppo Software Tivoli di Roma, sempre di più legato a un unico, seppur importante, prodotto: un ulteriore trasferimento all'estero di attività causerebbe un notevole ridimensionamento del laboratorio.
Chiediamo a tutti i nostri ex-istruttori, ex-ricercatori, ex-colleghi cosa ne pensano...
6 miliardi di dollari investiti in India ...e quanti centesimi di dollaro spesi per rilanciare le attività di IBM in Italia ?
Sul piano della riduzione del lavoro, le attività "a basso valore aggiunto" spariscono dall'Italia a vantaggio di altri Paesi, non ultimo il Customer Fulfilment (amministrazione) e le funzioni di supporto denominate GISF (Globally Integrated Support Functions). Domandiamo: dove sono le attività sostitutive?
E se non ci sono: dov'è la crescita?
Ma possiamo concordare almeno con le conclusioni dell'intervista:
"Se solo si mettesse in piedi un fronte comune..." auspica il nostro General Manager ....
Bene, ... il Sindacato ha molte proposte per rilanciare la formazione e la crescita degli skill in Italia, per recuperare valore alla nostra attività professionale e rilanciare una Politica Industriale che sia realmente innovativa... ma la Direzione è pronta a discuterne con noi ?
Questa azienda è disponibile a ragionare in maniera seria, meno unilaterale, e confrontarsi con i lavoratori (gli stessi che hanno le competenze, che fanno la ricerca, la crescita...) ed i loro rappresentanti ...?
Oltre agli slogan pubblicitari, IBM vuole costruire innovazione e sinergie con fatti concreti ?
L'intervista del nostro A.D., segue a pochi giorni di distanza quella di Sam Palmisano sul Financial Times.
Palmisano si accorge solo oggi dell'approccio colonialista delle multinazionali e riflette sull'"impresa integrata globalmente" ... affermando di voler integrare gli aspetti della "tradizionale multinazionale" con le realtà locali, per capire il mercato e non perderlo. Bella scoperta. Comunque, meglio tardi che mai!
C'è, però, ancora una volta contraddizione fra l'immagine che questa azienda dà verso l'esterno, e le sue azioni, perchè continuiamo a perdere pezzi con le vendorizzazioni e a delocalizzare tutte le attività fuori dall'Europa, ma non investiamo abbastanza sulla ricerca e sulla crescita degli skill in Italia, e perdiamo competenze (1200 uscite lo scorso anno, di cui 600 giovani!!).
E allora? ....Dove sono gli investimenti, come si vuole crescere, dove si vuole crescere, qual è il piano industriale?
I lavoratori IBM sono i primi a sostenere un piano che sia di crescita e di innovazione.
Se l'Azienda vuole questo, siamo pronti a fare la nostra parte di comune accordo.
I fatti, però, non dicono questo.
Coordinamento Nazionale Rsu Ibm