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PROGRAMMA LISTA FIOM-CGIL
Elezioni RSU E RLS IBM MILANO-SEGRATE 2013
Premessa
Nel febbraio del 2010 si sono svolte le elezioni delle Rappresentanze Sindacali Unitarie nelle sedi IBM di Milano e Segrate e perciò,
come previsto dal Regolamento, è tempo di rimettere il mandato ricevuto nelle mani degli Elettori. Nel prossimo mese di febbraio ogni
dipendente potrà esercitare il diritto di eleggere i suoi rappresentanti; per questa ragione, come candidati della FIOM-CGIL,
vi proponiamo le nostre valutazioni sull'attività svolta e il nostro programma per i prossimi tre anni.
Definire difficile il quadro generale in cui si colloca questo rinnovo rischia di essere riduttivo.
Nella categoria dei metalmeccanici, siamo al secondo accordo separato e, sia in questo caso che nel precedente, FIM-CISL e UILM-UIL non hanno voluto
indire un referendum: per due volte i lavoratori metalmeccanici non hanno potuto accogliere o respingere un contratto nazionale di categoria,
ma hanno dovuto subirlo. La FIOM-CGIL denuncia come ormai sia il padronato a scegliere i suoi interlocutori: non i sindacati maggiormente
rappresentativi fra i lavoratori, bensì quelli più acquiescenti e disponibili ad accogliere le loro richieste.
La stessa riforma delle pensioni, un'autentica devastazione della previdenza pubblica portata a termine in tre mesi, è stata realizzata
contro la CGIL e i lavoratori. CISL e UIL espressero il loro consenso, salvo fingersi poi ipocritamente indignate per le drammatiche conseguenze
che la riforma ha provocato nei confronti delle migliaia di lavoratori rimasti senza pensione e senza stipendio (i cosiddetti esodati e i
tanti lavoratori in mobilità), per non parlare del brusco cambiamento delle prospettive di centinaia di migliaia di lavoratori e della
drastica riduzione delle assunzioni di giovani.
Tutto ciò è stato ed è continuamente documentato dalla CGIL e dalla FIOM: in un Paese in cui i ricchi
diventano sempre più ricchi, i lavoratori e anche i ceti medi subiscono un progressivo processo d'impoverimento, il paradigma Marchionne
produce l'espulsione dalla FIAT del sindacato di categoria più rappresentativo e, nel nome di un mercato che dovrebbe regolarsi da solo e
della globalizzazione, i lavoratori perdono diritti e libertà (e comunque tutto ciò non ha reso la FIAT nè più
competitiva nè più innovativa, a quanto si vede...).
Occupiamoci, ora, più nello specifico della realtà aziendale IBM.
L'occupazione
I quasi 15000 dipendenti di IBM Italia a metà degli anni '80 si sono ridotti a poco più di 7000 a fine 2011 (di cui circa 5600 impiegati e quadri).
La riforma delle pensioni
Questa riforma, oltre al deterioramento dei rapporti fra lavoratori e aziende, ha prodotto anche l'allontanamento di un traguardo
che molti colleghi cominciavano a vedere vicino; i 40 anni di anzianità contributiva come requisito per il diritto alla pensione sono diventati 42,
col passare del tempo raggiungeranno i 43 per molti lavoratori e bisogna porsi almeno il problema di come attenuare gli effetti di un intervento così
iniquo voluto dal Governo Monti. Intendiamoci: bisogna aiutare quei colleghi che vogliono fruire di forme di accompagnamento a una pensione
che era vicina e si è allontanata, non certo fornire ulteriori strumenti di pressione all'azienda nei confronti di chi,
invece, non ha nessuna intenzione di uscire dal mondo del lavoro. Occorre sempre fare in modo che la nostra azione non si trasformi esclusivamente
in una riduzione dell'occupazione, ma favorisca un ricambio generazionale e la creazione di ruoli più professionalmente qualificanti;
insomma nuovi posti di lavoro grazie a colleghi anziani che lasciano e a forme di sgravio contributivo possibili, per esempio, attraverso
i contratti di apprendistato.
Assistenza e Previdenza complementari
Questo è un argomento che deve essere trattato, prima di tutto, riaffermando il carattere di complementarietà sia del Fondo Pensione,
sia della Cassa di Assistenza (CADGI), rispetto al sistema previdenziale pubblico (INPS) e al Servizio Sanitario Nazionale presenti
nel nostro Paese e costantemente sotto attacco negli ultimi anni.
Telelavoro
Un importante accordo sindacale, sicuramente d'avanguardia, ha introdotto e regolato il telelavoro in IBM
(http://www.rsuibm.org/2003710.htm).
La FIOM-CGIL e i lavoratori metalmeccanici hanno dovuto subire più di un contratto separato: in altre parole, CISL e UIL
(oltre a una pletora di sindacatini privi di rappresentatività) e FIM-CISL e UILM-UIL
(anch'essi accompagnati da piccole organizzazioni sindacali con scarso seguito tra i lavoratori metalmeccanici)
firmano accordi con il padronato escludendo il sindacato maggiormente rappresentativo sia a livello confederale che di categoria.
La nostra maggiore rappresentatività non è un'opinione, bensì un fatto dimostrato:
se si definissero finalmente regole certe sulla rappresentanza e la democrazia nei luoghi di lavoro, queste firme separate non avrebbero alcun diritto di esistere.
Inoltre, in questo tempo in cui molti parlano e straparlano di social network e di democrazia elettronica,
passa sotto completo silenzio mediatico l'offesa a una basilare regola democratica:
questi accordi separati si realizzano in assenza di ogni forma di consultazione dei lavoratori. In altre parole, i destinatari dei trattamenti
pattuiti da lor signori, non hanno mai la possibilità di esprimere il loro giudizio su tali pattuizioni.
Dal 1993 al 2002, IBM ha avviato procedure di licenziamento collettivo e di mobilità che hanno interessato circa 1300 lavoratori. Negli anni successivi
non sono mai mancati aggressivi programmi di dimissioni incentivate: nel solo 2005, sono stati allontanati dall'azienda circa 1200 colleghi;
per non parlare delle cessioni di ramo d'azienda. Anche le acquisizioni effettuate negli stessi anni sono state spesso foriere di successivi allontanamenti,
perchè spesso non si è riusciti a conservare i clienti e il mercato delle società incorporate, né tanto meno si sono valorizzate
e sviluppate le professionalità giunte in azienda.
Nel 2012 è andata anche peggio.
IBM ha licenziato overnight circa 90 dirigenti (e ci avrebbe interessato molto conoscere le considerazioni e i commenti del Sindacato che li rappresenta).
L'occupazione è scesa da 7143 dipendenti a fine 2011 a 6691 a fine ottobre 2012, con un saldo negativo di 452; le assunzioni sono state 48 di
cui il 40% in GBS (il 90% di questi con contratto a tempo determinato), il 30% in GTS e il rimanente 30% nell'S&D. Hanno lasciato la società 500
fra colleghi e colleghe che, eccettuati 7 purtroppo deceduti, possono essere così distinti:
Entro fine 2012 è previsto che altri 12 colleghi lascino la società a fronte di dimissioni incentivate.
Il 2012 è caratterizzato anche da una vicenda dalle conseguenze drammatiche per tanti colleghi: il trasferimento collettivo disposto da IBM nei confronti di
281 colleghi da varie sedi d'Italia verso Segrate. Si tratta indubbiamente di un tentativo, in molti casi riuscito, di licenziamenti mascherati, perché
operato nei confronti di colleghi provenienti da Cagliari, Catania, Palermo, Bari, Napoli, Roma, Bologna, Firenze, Genova, Torino e Padova. Il trasferimento
collettivo fu disposto senza alcuna considerazione per categorie protette, titolari di tutele previste dalla Legge 104 e, in generale, per lo strazio
(usiamo non a caso questo termine) delle famiglie di chi veniva sradicato dalla sua realtà sociale, culturale e lavorativa. La dichiarata maggiore
efficienza dei cosiddetti ruoli di staff, conseguente all'accentramento a Segrate di tutti questi colleghi, costituisce un maldestro tentativo di
giustificarne il trasferimento. Infatti, l'utilizzo del telelavoro e l'attività in gruppi virtuali (anche internazionali) già ampiamente
praticati dai lavoratori interessati dai trasferimenti, bastano a smascherare la menzogna: siamo di fronte a un abuso per forzare i dipendenti a dare le dimissioni.
Nel comunicato del 30 ottobre (http://www.rsuibm.org/20121030.htm)
sono stati diffusi i dati riguardanti questa vicenda. In conclusione, 105 lavoratori sono stati trasferiti a Segrate e, in particolare, 41 da Roma e 48 da Torino;
un gran numero di questi colleghi erano stati precedentemente oggetto di insistenti proposte di dimissioni incentivate, 3 hanno lasciato la società
in seguito alla minaccia di trasferimento e altri 65 si sono rassegnati a dimettersi una volta ricevuta dai loro superiori la comunicazione ufficiale del loro trasferimento.
Per concludere in bellezza, IBM, approfittando delle modifiche all'art. 18 apportate dalla riforma Fornero, ha licenziato una collega di Segrate per motivi economici.
Vale la pena di evidenziare che la società, appunto per motivi economici, ha licenziato: una donna, part-time, inquadrata in quinta categoria.
Questa iniziativa, oltre che un danno e un'umiliazione per l'interessata, costituisce un insulto anche all'intelligenza delle persone: quale problema economico può
mai essere risolto cacciando una dipendente che percepiva una retribuzione sicuramente modesta? Era così difficile ricollocare questa collega in una realtà
lavorativa che oggi occupa circa 3000 persone? Si è trattato di un altro evidente abuso finalizzato a intimidire chi continua a non voler prendere in considerazione
i sempre meno appetibili pacchetti di dimissioni incentivate.
Ci si può chiedere cosa abbia spinto IBM ad abbandonare la sua tradizionale maschera paternalistica (ve la ricordate, la retorica del "rispetto dell'individuo"?)
e ad accodarsi al corteo dei Marchionne grandi e piccoli che sono convinti di risolvere la loro crisi facendola pagare ai lavoratori e presentando piani industriali
a cui non credono neppure loro. Semplificando al massimo, vediamo un'azienda che a livello mondiale si è data obiettivi di reddittività da finanza d'assalto,
e che a livello italiano ha tollerato il proliferare di cordate e clientele, l'una contro l'altra armate, e ciascuna con i propri numerelli da massaggiare.
Come risultato, si sono distrutte le professionalità di tanti lavoratori, costretti ad attività disarticolate e povere di contenuto,
quindi difficili da inserire in curriculum vitae ma assai facili da spostare in qualche angolo del pianeta in cui si lavora per un tozzo di pane e senza tutele.
Come Rappresentanti Sindacali, abbiamo tentato di opporci a tutto ciò, chiedendo formazione e riqualificazione, e soprattutto un'attenzione non
concentrata solo sui pochi grandi clienti che finora hanno garantito la gran parte del fatturato, ma anche su una fascia più larga di clienti,
coinvolgibili con un approccio meno burocratico e più contenutistico (basti pensare che a ogni trimestre vengono rimescolati i portafogli
clienti di molti SR: ma come si può costruire una trattativa credibile senza neppure la sicurezza di essere ancora lì la volta successiva?).
Quindi: contrattazione, sorveglianza sull'applicazione degli accordi, proposte in positivo per uscire dalla crisi, puntuale comunicazione ai lavoratori.
Ma rimane sempre il problema di fondo: la partecipazione dei lavoratori e la loro capacità di solidarietà
continuano a essere largamente inadeguati al confronto e allo scontro che, giorno dopo giorno, dobbiamo sostenere con IBM.
Con l'introduzione del sistema di calcolo contributivo, i giovani avranno una pensione pubblica particolarmente modesta.
Il calcolo dell'ammontare della pensione, effettuato avendo come riferimento l'intera vita lavorativa, ridurrà sensibilmente
il valore della pensione pubblica e, quindi, la previdenza complementare potrà costituire un'importante integrazione a un reddito che,
nella migliore delle ipotesi, sarà molto vicino ai semplici livelli di sopravvivenza. Il Fondo Pensione per i dipendenti IBM,
con i suoi buoni rendimenti sempre ottenuti, può rappresentare un'opportunità per garantirsi una vecchiaia un po' più serena,
ma a patto che l'istituto sia strenuamente difeso dai lavoratori stessi rispetto ai tentativi di un suo forte ridimensionamento ai fini di una riduzione dei
costi aziendali. Il suo Consiglio d'Amministrazione è eletto dagli lavoratori soci per metà dei suoi componenti e occorre, perciò,
essere consapevoli della necessità di una formazione professionale che renda possibili future candidature per quel ruolo e realizzi la continuità
amministrativa e gestionale di cui c'è sempre bisogno. Nel 2013 dovremo eleggere l'assemblea dei delegati del Fondo Pensione: si tratta di un
importante organo di controllo dell'operato del Consiglio d'Amministrazione e del trait d'union fra i soci e gli organi amministrativi.
I Rappresentanti Sindacali eletti nella lista della FIOM-CGIL dovranno impegnarsi in prima persona, sollecitando i lavoratori a votare in massa
per eleggere l'assemblea dei delegati e perché l'attenzione nei confronti del Fondo Pensione sia sempre alta e di qualità.
Per quanto riguarda la Cassa di Assistenza per i Dipendenti del Gruppo IBM, è necessario essere consapevoli che potrebbe cominciare a navigare
in acque piuttosto burrascose. La riduzione di quantità e qualità dei servizi resi dal citato Servizio Sanitario Nazionale,
l'incremento dei ticket, l'invecchiamento della popolazione assistita, il costante atteggiamento reticente dell'azienda che rifiuta di
contribuire maggiormente al finanziamento della CADGI e la volontà della stessa azienda di azzerare progressivamente quelli
che considera benefit: tutto ciò non costituisce un problema esclusivo delle R.S.U. e/o del Consiglio d'Amministrazione
della Cassa, è un problema per tutti i lavoratori iscritti. Lo scarso seguito che ha avuto lo sciopero di 8 ore per protestare
contro il comportamento di IBM (l'azienda subordinava l'incremento della sua contribuzione alla Cassa a un consistente incremento del
costo mensa a carico dei dipendenti) dimostra che i lavoratori di IBM amano vivere pericolosamente. Infatti, prima o poi, la CADGI,
in difetto di una maggiore contribuzione da parte di IBM, si troverà di fronte a un'alternativa secca:
o ridurre le prestazioni rese ai lavoratori soci, oppure aumentare la contribuzione a loro carico.
Dobbiamo invece rafforzare la CADGI, sia attraverso un maggiore coinvolgimento economico di IBM,
sia attraverso una maggiore attenzione dei lavoratori tutti
a partire dalle elezioni del consiglio d'Amministrazione che si svolgeranno nel 2014.
La valenza ambientale di questa modalità di lavoro è certamente importante: perché continuare
a far viaggiare in automobile, treno e autobus miglia di persone con le inevitabili conseguenze sull'inquinamento atmosferico,
sui costi dei mezzi di trasporto sia per le persone che per la comunità, sul tempo libero delle persone e sullo
stress psicofisico - quando si può lavorare da remoto? Perché non sfruttare i vantaggi e le potenzialità
offerte dalle nuove tecnologie, in particolar modo quelle telematiche, quando il nesso tra lavoro e luogo della sua prestazione
perde progressivamente importanza? Perché non capire quanto il lavoro da remoto possa costituire anche un importante
strumento di riduzione dei costi riferiti alle strutture logistiche delle imprese? Perché non capire, considerare e valorizzare il vantaggio,
nel caso del telelavoro a domicilio, che le persone traggono nella risoluzione dei normali problemi quotidiani di vita famigliare?
Purtroppo, l'accordo sindacale sopra citato lascia piena discrezionalità all'azienda nella concessione del telelavoro a
domicilio che, insieme con quello occasionale e mobile, costituisce una delle modalità più diffuse di lavoro da remoto.
Dovremo tentare di superare questo limite, almeno reiterando una delle nostre richieste fino ad oggi senza risultato, cioè
l'introduzione di una commissione paritetica aziendale che vigili sull'applicazione dell'unico criterio giusto per la concessione del telelavoro a domicilio:
la sua compatibilità totale o parziale - con l'attività professionale svolta dal lavoratore interessato.
Dovremo sicuramente porre fine all'arbitrio di tante linee manageriali che osteggiano apertamente il telelavoro a domicilio,
non per valide ragioni organizzative, ma per poter gestire in maniera ingiusta e discriminatoria quello occasionale
(l'occasionale dovrebbe essere una modalità eccezionale sempre autorizzata preventivamente dal superiore diretto).
Dovremo, cioè, impedire l'assurdità del telelavoro occasionale programmato, che non solo costituisce
una violazione dell'accordo sindacale liberamente firmato da Sindacato e Azienda, ma rappresenta anche una forma molto,
molto discutibile di gestione del personale (per esempio, viola il principo di auditability dei comportamenti...).
Naturalmente, per sanare questa irregolarità, la collaborazione dei colleghi è indispensabile: le richieste di telelavoro a domicilio
devono essere sempre formalizzate per iscritto al superiore diretto e i Rappresentanti Sindacali ne devono essere a conoscenza per poter intervenire
in tutti i casi di malversazione per quanto riguarda questo istituto.
Nonostante tutto ciò, qualcosa si è mosso: il grafico che segue mostra l'andamento del numero di contratti di telelavoro a domicilio
in IBM Italia dal 2005 al 2011.
Il sensibile incremento realizzatosi nel 2011 è dovuto al trasferimento collettivo di circa 900 colleghi da Vimercate e dalla conseguente necessità di risolvere problemi di sovraffollamento a Segrate. A fine novembre 2012 i colleghi con contratto di telelavoro a domicilio in IBM Italia erano 683 (ripartizione per sede visibile al link http://www.rsuibm.org/20121219.htm#14)
Part-Time
Questo istituto si è ormai consolidato nel tempo e nelle sue varie forme: orizzontale e verticale. Osserviamo, attraverso il grafico che segue, l'evoluzione del part-time nel corso degli anni:
A ottobre 2012 i dipendenti IBM in part-time erano 349 quasi totalmente di tipo orizzontale (5 o 6 ore giornaliere di lavoro); in corso d'anno 37 colleghi in pt hanno lasciato la società, 169 contratti di pt sono stati rinnovati e19 non rinnovati; i contratti in scadenza fra dicembre 2012 e gennaio 2013 sono 44 (al momento di scrivere non siamo a conoscenza dell'esito di questi rinnovi). Anche in questo caso, è necessario che la discussione sul rinnovo di un contratto part-time non rimanga un fatto privato fra l'interessato e il suo superiore diretto; al contrario, è necessario che i Rappresentanti Sindacali ne siano a conoscenza per poter eventualmente intervenire in caso di necessità.
Trasferte
Nell'aprile 2012 l'azienda ha introdotto unilateralmente una nuova Travel Policy che ha comporatato un significativo peggioramento dei trattamenti, proprio per le persone in prima linea a contatto con i clienti. La partecipazione numericamente discreta dei colleghi alle Assemble Sindacali ha permesso di condurre una trattativa, che si è conclusa positivamente con un importante accordo (cfr. http://www.rsuibm.org/20120606v.htm), approvato tramite referendum, che, seppur in forme diverse, ha riportato i trattamenti ad un livello paragonabile a quello antecedente. Inoltre, occorre evidenziare che per la prima volta questa materia è stata regolamentata da un accordo e che quindi i trattamenti saranno esigibili e non più modificabili a discrezione della sola azienda.
Tuttavia, rimane una modalità di prestazione professionale, la trasferta lunga (long trip) che richiede ancora
una particolare attenzione da parte delle RSU, perché comporta un grosso sacrificio per gli interessati, costretti a
lunghe permanenze lontano dalla sede di lavoro con le conseguenti importanti ripercussioni sulla loro vita famigliare e sociale
(i numeri dei dipendenti coinvolti sono disponibili all'indirizzo:
http://www.rsuibm.org/20121219.htm#07).
Questo genere di trasferta può però essere utilizzata anche come forma di ricatto nei confronti di chi si dimostra
insensibile alle reiterate offerte aziendali di dimissioni incentivate; facciamo quest'osservazione, perché di ciò
abbiamo avuto notizia e, sarà perciò necessario adoperarsi
(anche attraverso l'apposita Commissione istituita dal Coordinamento Nazionale)
affinché sia verificata l'effettiva necessità della trasferta, sia dal punto di vista del business, sia dal punto di vista organizzativo
(capita che nella sede di destinazione siano già presenti gli skill necessari che, a loro volta, vengono destinati ad altre trasferte lunghe
in altre zone del Paese...).
Conclusioni
Eccoci giunti alle conclusioni per cui servono poche righe, perché molte considerazioni sono già
state fatte e altrettanti proponimenti sono stati dichiarati in ordine agli argomenti più importanti affrontati.
Non rimane, perciò, che ribadire l'impegno affinché sia possibile riconquistare l'unità d'azione di tutti i sindacati,
anche attraverso regole democratiche che certifichino la rappresentanza e riconsegnino ai lavoratori l'ultima parola su tutto ciò
che regola il loro rapporto di lavoro. Contemporaneamente sosterremo la nostra organizzazione nelle battaglie in cui è impegnata e,
in particolare, quella riguardante il ripristino dell'art. 18 dello Statuto dei Diritti dei Lavoratori e per cancellare la riforma delle pensioni fatta dal Governo Monti.
Per quanto riguarda l'azione sindacale in IBM, insistiamo sull'impegno per realizzare una vera partecipazione dei lavoratori, una vera solidarietà
in difesa dei diritti individuali e collettivi. Insomma: insistiamo a indicare il coinvolgimento e la partecipazione di tutti
e di tutte come condizione imprescindibile per consolidare e far evolvere tutele e diritti nel nostro luogo di lavoro.
Non è una responsabilità da poco, quella che le Rappresentanze Sindacali che eleggerete erediteranno dai loro predecessori.
Conosciamo tutti assai bene il carattere di gran parte dei dipendenti IBM: educati con ogni mezzo, e forse selezionati così già
all'assunzione, a essere remissivi e individualisti. Ma ormai, conformismo e individualismo hanno smesso di pagare in termini di carriera
o di sicurezza del posto di lavoro: ciascuno conosce degli esempi. Ogni giorno, sempre più colleghi cominciano a guardare al Sindacato
con un nuovo interesse: l'aumento delle visite al sito delle RSU IBM lo dimostra.
Anche SR, PM, persino capi e dirigenti hanno incominciato a varcare la porta in D0 dell'aula sindacale, magari solo per scambiare quattro
chiacchiere in camera caritatis. Si tratta ora di trasformare in forza organizzata e progetto consapevole questo nuovo interesse,
spiegando ai colleghi che a volte, basta un piccolo gesto per mandare un messaggio alla direzione aziendale: farsi vedere in assemblea,
discutere con i colleghi un comunicato, esporre la propria opinione sul sito....
Ecco l'elenco dei candidati della lista FIOM-CGIL, corredato di un breve profilo per ciascuno di essi:
CANDIDATI LISTA FIOM-CGIL ALLE ELEZIONI R.S.U. IBM 2013
LUCIANO BANFI Assunto nel 1977. Lavora come Business Programs Manager nel Sales Management Support. Si candida per la prima volta a Rappresentante Sindacale. |
LUCA BIGLIARDI Assunto nel 1985. Lavora nel Customer Fulfilment in Account Receivable e si occupa di operazioni di factoring. Si candida per la prima volta a Rappresentante Sindacale. |
FRANCESCO FIACCADORI Assunto nel 2003 in seguito all'acquisizione di PWC Consulting. Lavora come consulente nell'ambito della Global Business Services nei servizi Business Analytics and Optimization. Come rappresentante sindacale si occupa della gestione degli accordi sindacali sul trattamento dei dati, delle tematiche internazionali, di salute e sicurezza, e collabora alla gestione del sito internet. Dal 2010 è membro del Consiglio di Amministrazione del Fondo Pensione per i dipendenti IBM, di cui da quest'anno, è Vice Presidente. Altri incarichi: componente del Coordinamento Nazionale IBM; Rappresentante italiano al Comitato Aziendale Europeo IBM; Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza. |
LAURA FRONTINI Assunta nel 1977. Lavora come Desk Side Supply Chain presso l'International Workstation Support. Come rappresentante sindacale segue con attenzione le problematiche relative al personale proveniente da altre società totalmente possedute da IBM nell'area milanese, sfruttando anche l'esperienza sindacale maturata in una di esse; gestisce la biblioteca delle R.S.U. Altri incarichi: componente del Coordinamento Nazionale IBM; fa parte del Consiglio d'Amministrazione della CADGI; Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza. |
MIMMA PAPARATTO Assunta nel 1981. Lavora come amministrativa nel Customer Fulfilment. Come rappresentante sindacale si occupa di gestione di tutte le tematiche riguardanti la salute e la sicurezza sul lavoro e controllo sull'applicazione delle relative norme contrattuali e legislative; segue particolarmente le tematiche legate alla condizione femminile in azienda e le pari opportunità; gestisce la biblioteca delle R.S.U. Altri incarichi: componente del Coordinamento Nazionale IBM; Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza; fa parte del Consiglio d'Amministrazione e della Giunta Amministrativa CADGI; componente del Comitato Direttivo della FIOM-CGIL della Lombardia e della Commissione Regionale Lombarda di Garanzia della CGIL. |
UMBERTO PIRETTI Assunto nel 1976. Lavora come Bid Manager ITS Services, Italy Sales Transaction Hub. Si candida per la prima volta a Rappresentante Sindacale. |
ALFIO RIBONI Assunto nel 1976. Lavora come amministrativo nel Customer Fulfilment; Come rappresentante sindacale si occupa di gestione degli accordi sindacali su orario, occupazione e retribuzione; cura il contenzioso in genere e fornisce assistenza ai lavoratori su problemi disciplinari e normative contrattuali e di legge, acquisizioni e cessioni di ramo d'azienda; cura l'elaborazione dei dati forniti dall'azienda, il sito Intenet R.S.U. e la stampa e propaganda. Altri incarichi: componente del Coordinamento Nazionale IBM e del suo Esecutivo; fa parte del Consiglio d'Amministrazione CADGI; è stato per anni componente del C. di A. del Fondo Pensione ricoprendo anche la carica di Presidente; componente del Comitato Direttivo della FIOM-CGIL di Milano e del Comitato Centrale della FIOM-CGIL Nazionale. |
GIOVANNI TALPONE Assunto nel 1981. Lavora come ICAP Focal Point nel Sales Transaction Support. Come rappresentante sindacale si occupa di gestione degli accordi sindacali sul trattamento dei dati e delle problematiche collegate all'applicazione della Legge sul trattamento dei dati personali; cura l'analisi dei bilanci IBM, gestisce il sito Internet delle R.S.U., segue i temi internazionali. Altri incarichi sindacali: componente del Coordinamento Nazionale IBM e delle Commissioni Internazionale e Controllo a Distanza. Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza. |
CARMINE VITALE Assunto nel 2009. Lavora come consulente presso Assicurazioni Generali. Si candida per la prima volta a Rappresentante Sindacale. |
WALTER ZUCCHELLI Assunto nel 1980. Lavora come amministrativo nel Customer Fulfilment; Come rappresentante sindacale si occupa di gestione dell'accordo sindacale sul telelavoro; gestisce la biblioteca delle R.S.U. |